2011 Primavera – Spiragli di luce
Con soddisfazione non possiamo che festeggiare anche noi la vittoria in Italia dei si ai referendum sul nucleare e sull’acqua che, al di là dei limiti legislativi e temporali previsti nell’azione referendaria, esprime un passaggio importante di reale vita civile cui ormai avevamo bisogno da decenni. Il portato interessante è che dai sepolti strati di vita civile sia emerso un deciso impegno inserito nei pochi canali legali tenuti in vita da quel che resta del vanificato sistema democratico italiano. Si tratta di una lacerazione degli schermi su cui la “comunicazione” di regime proietta il video di una realtà virtuale in luogo dell’informazione. Spazi importanti, ancora non “regimati” , su internet e sul suo popolo hanno garantito il successo dell’iniziativa dei comitati promotori. In questi interstizi di libertà temporanea occorre senz’altro procedere a riversare idee e dibattito vero ed onesto. La speranza di percezioni diverse dai video di regime e dall’asfissia derivante dalla mancanza di un dibattito vero, di un confronto onesto di idee e di visioni non solo di carattere sociale o economico ma anche scientifico sembra avere oggi più senso. A questo proposito si sente la necessità di una “primavera” scientifica in cui una nuova atmosfera di libertà reale possa liberare la ricerca dalla gabbia degli interessi economici, ideologici per un rinascimento delle scienze e delle visioni scientifiche nuove. Un poter godere di pari opportunità scientifiche che possano aprire a un rinnovamento che non sia solo tecnologico o applicativo ma anche gnoseologico. La fine di una scienza divenuta oggi religione non può che portare a una crescita di libertà e di soluzioni anche tecnologiche e sociali di fondamentale importanza. In agricoltura dove le ricadute di vecchie visioni scientifiche tenute in vita da ideologie ed interessi di natura economica offrono un bilancio seccamente negativo non solo per l’ambiente ma anche per la qualità alimentare dei prodotti e quindi per la qualità della vita di ciascuno, urge questa svolta. Gli agricoltori, i ricercatori, e le associazioni del biologico e del biodinamico devono muoversi per rivendicare spazi per il rinnovamento dell’agricoltura a partire dal mondo della ricerca ormai ridotto a dinamiche di povertà o di deviazione per costruire un percorso di cultura autonoma e spregiudicata per tornare a produrre cibo vero e futuro per la fertilità della terra. Che questo spiraglio di luce che viene dall’aver vinto i referendum possa aprirne altri!