Inverno
L’inverno nell’alimentazione
Inverno
di Andrea Biggio da www.comecucinarelanostravita.it
L’inizio dell’anno solare primi di gennaio – primi di febbraio
Sono da poco terminate le feste più care a molti popoli, feste come il Natale, Capodanno, Epifania, e sta per arrivare il Carnevale: queste festività ovunque rappresentano nella stagione invernale un punto simbolico di svolta (dopo il 21 dicembre le giornate hanno ricominciato ad allungarsi) non soltanto nella tradizione cristiana (nascita del Cristo) ma anche negli usi delle preesistenti festività pagane e degli antichi riti della rinascita. Nella sequenza del corso dell’anno, dunque, dopo il periodo del solstizio d’inverno e del riposo (inizi dicembre – inizi gennaio) durante il quale l’oscurità ha raggiunto il massimo della prevalenza sulla luce e l’energia si è concentrata nascondendosi nelle profondità della terra, si prepara il ” Ritorno” nell’incessante ciclo del divenire.
L’inverno è la stagione di Gabriele
In questo periodo che segue il solstizio d’inverno siamo passati dall’autunno all’inverno, da Michele a Gabriele: è finita la fase di crescita esteriore ed è iniziata la fase di crescita interiore che porterà in primavera alla rinascita.
L’autunno è stata la stagione di Michele: il calore dell’estate, elemento primigenio della nostra evoluzione, inizia il viaggio di ritorno all’interno della terra, per permettere al seme caduto nel suo seno di mantenersi durante l’inverno allo scopo di rigenerare nuovamente in primavera. È in autunno che Michele ha cominciato la sua discesa affinché le sue forze arrivino poi a compenetrare completamente la terra nella stagione primaverile, quella del rifiorire.
Mentre il ciclo avviato dalla primavera (Raffaele) è “dalla vita alla morte” (è un tempo in cui siamo tutti proiettati fuori di noi, all’esterno), il ciclo che è cominciato con Michele, in autunno, è “dalla morte alla vita” (ritorniamo dentro, su noi stessi e nella nostra interiorità, per poi rinascere “a nuova vita”). E l’inverno appartiene a questa polarità, è la stagione di Gabriele, l’Arcangelo del Natale “che tesse nelle nubi invernali e nella bianca veste di neve”, e che è preposto a portare nell’uomo (successivamente, durante l’estate che arriverà) tutte le forze della nutrizione. L’importanza di Gabriele è, dunque, basilare perché presiede alle forze del nutrimento, dalle quali poi si sviluppano le forze del risanamento (Raffaele), quindi le forze spirituali del pensiero (Uriele) e, infine, le forze di movimento (Michele). L’alimentazione è la base perché l’intero ciclo prenda avvio! Steiner sottolinea ripetutamente che bisogna riconoscere l’importanza propulsiva ed iniziatrice delle forze di Gabriele (nutrizione) e che quindi “occorre volgere lo sguardo alla trasformazione che le sostanze esteriori subiscono nel sistema nutritivo” perché “le forze nutritive metamorfosate sono forze risanatrici”. “Chi comprende bene la nutrizione comprende l’inizio del risanamento!” conclude Steiner. Il dottor Ehrenfried Pfeiffer, a Dornach, una volta gli chiese: “Perché nell’epoca attuale le persone sono incapaci di evolversi e di agire in accordo con tutto quanto hanno imparato e con ciò che sembrano conoscere?”. Steiner rispose: “Questo è un problema di alimentazione…”.
Il Mito dell’Eterno Ritorno
Gli studiosi della mitologia distinguono due tipi di tempo: un tempo sacro e un tempo profano, un tempo razionale e un tempo mistico, un tempo che procede in avanti e una circolarità senza tempo. James Hillman, citando Plotino il suo filosofo preferito, ci ricorda che il tempo è ciclico. “Ciò che succede ora è già avvenuto in passato e accadrà in futuro, in modo se non esattamente identico, uguale a un qualche livello essenziale. La ripetizione ciclica riflette il tempo eterno del cosmo. La vita mutevole del mondo è governata da schemi divinamente immutabili, o forze archetipiche. La vita nel nostro mondo procede secondo il tempo profano, ignara perlopiù dei modelli mitici che va riproducendo, ineludibilmente. Noi non vediamo che il nuovo è il vecchio che, compiuto il cerchio, si ripresenta, non ci rendiamo conto che per capire il nuovo dobbiamo ritornare al vecchio. …ma eterno ritorno significa anche tornare a rivolgersi alle cose eterne.”
Yi Jing (I Ching): la serie degli esagrammi del Calendario
Fanno parte, di questa serie di dodici esagrammi, quelli nei quali la proporzione e la complementarità tra i due movimenti yin/yang, esistente in modo variabile all’interno di ogni figura, è associata al mutamento del rapporto polare tra luce ed ombra, così come cambia nel corso dell’anno. L’Yi Jing in questa prospettiva ci aiuta a mettere in sintonia il “nostro” microcosmo di esseri umani con il macrocosmo, con l’universo, con la natura e, nello spazio-tempo, con i ritmi delle stagioni, del giorno/notte, delle età della vita. Il detto alchemico “come in alto, così in basso” spiega bene questo fenomeno, per il quale nell’Universo, sopra e sotto, in cielo e in terra, nel macrocosmo come nel microcosmo, a ogni livello di manifestazione, regnano le medesime leggi. Inizi gennaio/febbraio: Fù – 24 Il Ritorno. L’ideogramma significa ristabilire, restaurare, ritornare, rivenire. E’ composto, nella sua forma arcaica, da due parti, a sinistra, un uomo (stilizzato) che va proprio verso sinistra e a destra un vecchio villaggio con, sotto, l’idea di passi: quindi un uomo che andando si rigira e ritorna sui suoi passi, torna dove è già stato.
L’esagramma 24 nella sua figura significa, analogamente, ri-venire (10° Ala, segni misti): esso è infatti rappresentativo del periodo che segue il solstizio d’inverno quando l’oscurità, che aveva raggiunto il suo culmine, chiude la fase del ciclo discendente per lasciare spazio al ritorno del principio luminoso ascendente (la linea yang). È il momento in cui ogni anno, o ogni giorno a mezzanotte, oppure ad ogni istante di espirazione, si muore per rinascere a sé stessi subito dopo. Si ritorna all’origine, alla sorgente, affinché il tempo ciclico dell’energia che sta riaffiorando, possa avviare una nuova fase ascendente. Questo esagramma indica il ritorno su di sé o alla Via (Dao) perché è legato al Re, al sovrano che è in noi, al Cuore, al Vuoto, al Silenzio. Si tratta dell’avvio quasi impercettibile di un movimento di rinnovamento: il flusso vitale concentrato nelle radici riprende la sua marcia espansiva verso l’alto rappresentata dal tuono (trigramma inferiore) che erompe da sotto terra (trigramma superiore). È inverno e la potenza vitale, simboleggiata da questo tuono ancora nascosto, ha bisogno di essere fortificata col riposo senza dispersioni premature e quindi inutili: prima dell’attività sono necessari ancora raccoglimento e concentrazione. Il grande Tao genera l’Uno (l’unica linea yang, quella che cresce dal basso)! Che vuol dirci l’Yi Jing con la metafora del “Ritorno”? Vuol dire che se ci vogliamo armonizzare con la Natura e conformarci ai ritmi di essa, sia interiormente che fisicamente, è bene tornare sui nostri passi in qualche modo e cercare di favorire dolcemente, senza forzarlo, questo movimento che ricomincia, proteggendolo dolcemente ed aiutandolo con pazienza a crescere, perché esso contiene una promessa di sviluppo ed evoluzione, i cui contorni sono ancora indeterminati e non ben discernibili ai nostri occhi.
Teoria dei 5 Elementi (terra-metallo, acqua, legno, aria, fuoco) in Medicina Tradizionale Cinese e Macrobiotica
L’INVERNO è associato all’ energia dell’ACQUA. Gli organi che si associano simbolicamente all’energia Acqua sono Reni e Vescica. La loro funzione è quella di filtrare il sangue e trasformare in urina tutto ciò che viene scartato dal sistema digerente. I Reni, che sono in corrispondenza con l’inverno ed il nord, sono incaricati della trasmissione della vita della procreazione e dunque della sessualità; ma anche di tutte le creazioni comprese quelle artistiche e spirituali; i reni sono i depositari del passaggio “dal potenziale al reale “.I reni, infatti, hanno l’incarico del passaggio dal Cielo Anteriore al Cielo Posteriore, cioè dalla potenza all’atto, dal virtuale al reale, all’incarnazione. Sono emblematicamente legati all’Acqua, prima origine della nascita e della vita, luogo e sorgente delle trasformazioni, essenza, matrice, origine invisibile ma anche potenza; la potenza del grano che, sotto la terra coperta di neve, già contiene tutto l’albero nel suo divenire. Se abbiamo reni forti e pieni di vitalità sperimentiamo coraggio, resistenza, e energia sessuale. Essi sono legati soprattutto all’emozione della paura e delle nostre attitudini di reazione alle cose della vita e quindi ci parlano delle nostre resistenze, sia quelle profonde (morte e sopravvivenza) che quelle relazionate ai cambiamenti della vita. I problemi renali possono indicare difficoltà nel trovare stabilità nella nostra vita e nel trovare il giusto mezzo tra l’attività, l’aggressività e la difesa, da una parte, che appartengono al rene sinistro, e la passività, l’ascolto, e la fuga che appartengono al rene destro. E’ per tale motivo che le tensioni renali ci possono comunicare la difficoltà di decidere della nostra vita e fare di conseguenza ciò che conviene perché possano realizzarsi i nostri obiettivi! I Reni sono l’unico organo doppio, al contrario del Polmone che viene declinato al singolare. Come spiega bene Jean Marc Kespì, è in questo modo che ci viene significata quella funzione simbolica per la quale essi hanno in carico funzioni di creazione che esigono due genitori! Nessun essere vivente nasce per sua stessa opera, ma in virtù del fatto che vi sono un padre e una madre, yin e yang, Cielo e Terra, i quali uniscono insieme le loro quintessenze (Jing) per concepirlo. I Reni hanno in carico – come l’Acqua da cui proveniamo – ogni creazione, dal bambino all’opera d’arte. Inoltre, un essere vivente non è creato soltanto al momento del concepimento: egli si ricrea ad ogni respiro. Un ordine, un mandato (Ming, Mandato Celeste) gli è conferito di crearsi e ricrearsi, tra i Reni, tra la 2^ e la 3^ vertebra lombare, in un luogo sacro chiamato Mingmen. La potenza dei Reni si manifesta , in Agopuntura, anche nelle ossa, nella regione lombare, nei capelli e nell’udito. I Reni hanno dunque la funzione di tesaurizzare il Jing, l’elisir, la quintessenza della vita (l’ideogramma jing è formato, a sinistra, da grani di cereali e, a destra, dalla indicazione della loro piena vitalità). Lo stress, le malattie croniche o gravi debilitano prima il Qi e poi lo Jing dell’organo e la puntura del punto 52 V., secondo Kespì, permette di ricostituire questo Jing, a condizione che il paziente operi anche un “ritorno” sui suoi passi e si renda conto dei propri limiti, quelli da non oltrepassare.