2008 1 settembre – Cambiamenti nel sistema produttivo con l’agricoltura biodinamica
Editoriale
Cambiamenti nel sistema produttivo con l’agricoltura biodinamica
di Carlo Triarico
C’è da parte delle aziende agricole una crescente richiesta di convertire l’azienda al metodo agricolo biodinamico, tanto che il nostro paese è già diventato il terzo al mondo per ettari impiegati in produzioni biodinamiche. Addirittura i tecnici preparati in questa disciplina risultano decisamente insufficienti alle richieste del mercato. La causa di questo successo risiede da un lato nell’alta qualità produttiva che la biodinamica permette di raggiungere, da un altro va ricercata nella insostenibile crisi, ormai strutturale e a lungo termine, in cui versa il sistema produttivo mondiale.
Non è certo la prima volta che la crisi alimentare è protagonista sui nostri mezzi d’informazione, ma è la prima volta, dopo decenni, che questa crisi vede i paesi del Nord del mondo tra i soggetti colpiti. È avvenuto infatti quest’anno che le risorse alimentari siano scarse anche per i paesi ricchi, preoccupati di solito, al contrario, della sovrapproduzione, che fa abbassare i prezzi per eccesso di offerta e impone alti costi di smaltimento degli eccessi. La nostra agricoltura in genere produce troppo e a volte male. In genere non è capace di governare la produzione in armonia con le esigenze. Ciò è frutto di una politica delle quantità che ha formato un’agronomia di sfruttamento delle risorse e del lavoro agricolo. Le tecniche agricole industriali sono in realtà incapaci di governare il bisogno alimentare mondiale e oscillano tra sovrapproduzione, in genere nei paesi ricchi, e scarsità di risorse per la maggior parte del mondo. Il disordine produttivo ha riflessi distruttivi anche delle risorse ambientali. L’agricoltura industriale si fonda, del resto, sulle energie fossili per alimentare i suoi mezzi di produzione e interviene pesantemente su paesaggi, biodiversità e fertilità. Le cose non vanno meglio sul piano della qualità. Le tecniche agronomiche più sofisticate producono alimenti sciatti a volte insani e, paradossalmente, qualitativamente peggiori dei raffinati prodotti ottenuti in passato con le semplici e povere tecnologie dell’agricoltura tradizionale.
I paradossi di questo sistema produttivo sono tanti, a tal punto da spingere qualcuno a vagheggiare un ritorno al passato, a un periodo in cui l’antica saggezza produceva varietà di specie e alimenti adatti alle popolazioni dei diversi luoghi della Terra. In effetti è difficile scegliere se l’alternativa che ci si pone è tra un avanzamento progressivo, a questi insostenibili costi, e il ritorno all’antico, con le sue caratteristiche ormai così distanti dalle nostre vite. La strada utile è infatti quella di muoversi come fa l’evoluzione, cioè sapendo scegliere i cambiamenti e non in modo forzato o arbitrario, ma facendo emergere il cambiamento più adatto ai tempi e, in prospettiva, al futuro dell’umanità. L’agricoltura biodinamica è uno tra i metodi che meglio permette di risanare l’economia, di emancipare l’ambiente e di portare all’uomo un’alimentazione salutare e vitale.
Fu nei primi anni Venti del Novecento che un gruppo di agricoltori, scienziati e proprietari terrieri riuscì a individuare correttamente un’alternativa tra l’incipiente agricoltura industriale e l’agricoltura tradizionale e convinse Rudolf Steiner (1861-1925) a formulare le basi per una nuova agricoltura. Con notevoli capacità di rispondere all’esigenza dei tempi, già durante un corso tenuto nel giugno 1924 Steiner diffuse i primi risultati delle ricerche avviate in campo e diede vita al primo metodo moderno di agricoltura organica, l’agricoltura biodinamica, da cui sarebbero nate successivamente le più rudimentali tecniche agricole biologiche.
Rispetto all’agricoltura biologica l’agricoltura biodinamica, che pure rinuncia ai veleni dell’industria chimica addirittura in modo più restrittivo, vuol elevare lo stato del suolo, delle piante e degli animali, portandoli ad acquisire una qualità intrinseca che risvegli nell’uomo le migliori facoltà. La salute del suolo, infatti, tramite l’apporto di luce e di aria e in armonia con le forze che circondano la Terra e con la stimolazione dei preparati biodinamici, permette alla pianta coltivata e all’animale d’allevamento di esprimere al meglio le proprie qualità. Per questo piante e animali nelle aziende biodinamiche si ammalano molto raramente. L’alimentazione umana, l’economia rurale e l’equilibrio ambientale risultano notevolmente migliorati. L’agricoltura biodinamica ha infatti elaborato procedimenti produttivi radicalmente innovativi rispetto a qualsiasi pratica agricola, procedimenti i cui risultati dimostrano l’infondatezza di taluni assiomi della tecnica agricola convenzionale, poiché quest’ultima difetta a volte della conoscenza più estesa, che una corretta visione scientifica può dare. La biodinamica, del resto, ha potuto sorgere proprio perché concepita sulla scorta di un approccio epistemologico rivoluzionario, un vero e proprio nuovo paradigma scientifico, che ha la vocazione di ampliare i processi conoscitivi della scienza moderna. Le leggi che governano i processi naturali, come quelli economici e sociali, necessitano di essere conosciute ben al di la della prima immediata percezione fenomenica. È qui che entra in gioco il fattore umano e la professionalità, potremmo dire anche la creatività. Gli agricoltori e i consulenti che operano in agricoltura biodinamica non possono certo essere dei meccanici esecutori ma, al contrario, dei creativi costruttori e, soprattutto nel caso dei tecnici, dei professionisti qualificati cui viene richiesta un’alta capacità di espressione di competenze e di inventiva. Probabilmente è nei sogni di buona parte degli studenti di Agraria, poter un giorno divenire artefici di innovazione e di eccellenza.
Occorre dunque preparare una generazione di “agrologi”, che sappiano sostenere le aziende e applicare tecniche e approcci raffinati per un metodo agricolo nuovo. I terreni coltivati col metodo biodinamico sono lavorati in modo non aggressivo, utilizzando strumenti che conservano la struttura ai suoli. Questa pratica, unita all’eliminazione dell’impiego di prodotti chimici di sintesi, aumenta la vita del suolo e favorisce la biodiversità. Elementi e processi che in genere non vengono presi in considerazione, appaiono in questo modo fondamentali per la buona riuscita delle colture. A questi fattori va aggiunta la struttura ecologica dell’azienda biodinamica che, proprio come un qualsiasi essere vivente, è organizzata per instaurare un ciclo interno tale da renderla autonoma rispetto alle emergenze improvvise dei fattori esterni. Allo stesso tempo l’azienda biodinamica è in forte connessione con l’ambiente intorno e con i ritmi e le forze che interessano il Pianeta. In un ambiente così rafforzato pianta e animale possono prosperare sani, senza bisogno di veleni. Ma lo strumento che sopra tutti conferisce alla biodinamica una grande efficacia è quello dei preparati a base di piante, elaborati per favorire alcuni processi biologici e formativi. I preparati biodinamici migliorano notevolmente alcuni parametri aziendali in relazione alle esigenze complesse dell’organismo vivente. Tutto questo permette che la tipicità del suolo e dell’ambiente divenga espressione di sapori, sostanze e forze nella pianta. Non è quindi un caso che alcune tra le più rinomate case vinicole, si siano indirizzate alla biodinamica quale strumento per l’eccellenza dei grandi vini.
L’Italia è probabilmente il paese che meglio potrà sviluppare nei prossimi anni il metodo biodinamico. Un paese le cui produzioni vogliono distinguersi per tipicità e qualità ha bisogno di formare alle migliori pratiche i suoi tecnici e di orientarsi al futuro con scelte sensate. È una sfida da raccogliere.