2000 – L’Idea del Progetto Carceri in Toscana
Nel 1999 ci viene fatta una richiesta da parte del carcere di Gorgona di occuparci della formazione dei detenuti addetti all’agricola e di dare un contributo all’impostazione dell’azienda agricola. Da qui abbiamo pensato di considerare anche le necessità degli altri istituti con terreni coltivabili.
Ad un Convegno sui problemi delle carceri toscane intervenimmo con una proposta ed un’ approccio al problema del tutto nuovi: una concezione importante in agricoltura biodinamica dei rapporti tra gli esseri viventi poteva essere d’aiuto ad un diverso modo di vedere i rapporti umani.
Ogni essere vivente è un organismo a sé stante, che si differenzia dal resto del mondo attraverso dei precisi confini fisici, animici e spirituali. E al contempo è connesso in modo intimo a tutti gli altri esseri viventi.
Ogni essere fa parte di un macrocosmo di relazioni complesse e dinamiche e tuttavia è esso stesso un microcosmo complesso. Dai microrganismi alle piante, dagli animali all’uomo, tutti sono accomunati da un insieme di relazioni che ne condiziona la vita.
Ogni essere vivente è composto da organi. Ma ogni organo non è meno importante dell’altro. Ognuno ha una funzione preziosa per tutti gli altri. La salute di un organismo è determinata dall’equilibrio degli organi. Uno squilibrio ad un organo comporta la malattia dell’intero organismo.
Un batterio, una pianta, un animale, un lago, un uomo, una comunità, la terra è un intero grande organismo. Anche un carcere è un organismo del tutto peculiare.
Creare un momento formativo che quindi coinvolga anche gli agenti addetti alle azienda agricole e non solo i detenuti. Il turn-over continuo dei detenuti non consente di mantenere un adeguato standard operativo. Allora è fondamentale che gli agenti addetti , che hanno un turn-over minore, siano l’anello stabile di trasmissione delle conoscenze.